È il sud il grande assente

di Tonino Scala*

 

La XIX legislatura sta per iniziare con un grande assente: il Mezzogiorno.

Il Sud quello che arranca, quello privo di sviluppo, quello delle migrazioni ormai non solo più interne, rischia anche questa volta, come lo è stato per le legislature precedenti, di restare marginale e privo di qualsiasi speranza.

L’enorme divario che esiste tra le due parti del Paese sembra un tema marginale al punto da poterci permettere uno scambio tra Lega e Fdi, la prima che otterrebbe l’Autonomia in cambio del Presidenzialismo.

La bozza sull’Autonomia differenziata, quella sulla quale si è lavorato nella precedente legislatura prevede la compartecipazione delle Regioni richiedenti dell’autonomia differenziata al gettito Iva che si determina nella regione di appartenenza. Questo significa in soldoni che la regione con più ricchezza, con una base imponibile più ampia si arricchirà ancora di più a danno delle regioni meridionali.

Cosicché al male del Presidenzialismo, si aggiungerebbe quello del decentramento, come se la Pandemia non c’avesse insegnato un bel nulla. Dovremmo invece restituire allo Stato centrale alcuni poteri delegati alle Regioni come quello della Sanità pubblica rafforzando il parlamentarismo visto i disastri della modifica del titolo V.

Se questo aggiungiamo quel famoso 40% del PNNR che doveva essere 60%, che sappiamo già ora che non sarà speso dal Sud per una incapacità strutturale delle Regioni del Mezzogiorno, sul quale sono già pronti gli avvoltoi. Ed ancora quello che ci dice lo Svimez, ovvero che il Nord sottrae al Sud 60 miliardi all’anno, il gioco è fatto.

È gioco miope al massacro che dura da troppi anni e continua ad avere una vittima: L’Italia.

Non è una provocazione, è ciò che ci dicono gli studiosi attenti.

Le possibilità dell’Italia dipendono dal Sud.

Il Paese rientrerà in carreggiata solo se riparte il Meridione protagonista di diseguali e ingiusti destini storici.

Cancellare il Mezzogiorno dall’Agenda politica è stato un errore storico e continuerà ad esserlo se si continua su questa strada. Vero, la classe imprenditoriale delle regioni meridionali è debole e ha un Pil che non è paragonabile a quello del Nord-Est. Però il Nord deve comprendere che se 20 milioni di cittadini non producono questo è un problema anche per loro. Dalla crisi bisogna uscire tutti insieme consentendo anche al Meridione di diventare produttivo oppure l’intero Paese rischia di rimanere indietro.

Mettere il Sud nelle condizioni di interagire attivamente e sinergicamente con il Centro-Nord renderebbe non solo un servizio al compiuto risanamento e riequilibrio dell’intero Paese, ma al reale rilancio di entrambe le macro-aree.

Altro tema assente in campagna elettorale e in questo inizio di legislatura è quello del contrasto alla criminalità organizzata vero cancro da estirpare non solo al Sud. La Mafia, Le Camorre sembrano essere scomparse dal Belpaese. Oggi fa indignare di più un’auto blu, un vitalizio che la collusione con il clan. Purtroppo c’è da constatare che la lotta alle mafie e alla corruzione è stata definitivamente declassata dall’agenzia di rating dell’indignazione. Si parla di corruzione e di mafia solo se serve a colpire l’avversario.

Mi auguro che il Mezzogiorno, la lotta alle Mafie, al momento non pervenuti in campagna elettorale, tornino ad essere centrali nell’interesse del Nostro Paese.

Che sia una buona legislatura per il Paese.

 

*Tonino Scala – Coordinatore Regionale Sinistra Italiana Campania

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