L’Autonomia Differenziata e la Crisi della Sanità: Un Divario tra Nord e Sud

 

di Tonino Scala

Dal 2001, con il trasferimento delle competenze sanitarie alle Regioni, l’Italia ha visto crescere un preoccupante divario nella qualità e nell’accesso ai servizi sanitari tra il Nord e il Sud. Secondo i dati, questa disparità non solo persiste, ma rischia di aggravarsi ulteriormente con la nuova riforma Calderoli, che promette di ampliare l’autonomia regionale.

Il Quadro Attuale

I numeri parlano chiaro. Ogni anno, circa 62.000 pazienti del Sud (principalmente da Sicilia, Calabria, Puglia e Campania) si spostano verso il Nord in cerca di cure mediche migliori. Questa migrazione sanitaria è una delle conseguenze più visibili della disparità nei servizi offerti dalle diverse regioni italiane. Ad esempio, l’aspettativa di vita varia notevolmente: è di 86,5 anni al Nord, mentre scende a 83,6 anni in Campania.

Indicatori di Disparità

Oltre all’aspettativa di vita, altri indicatori evidenziano il divario. La mortalità infantile, per esempio, è significativamente più alta al Sud (2,94 per mille nati) rispetto al Nord (1,42 per mille nati). Inoltre, il 70% dei medici esercita al Nord, lasciando il Sud con un deficit di personale sanitario qualificato. Questo squilibrio si riflette anche nei tempi di attesa per le cure: al Sud, il 40% delle visite specialistiche viene effettuato in ritardo, contro il 21% al Nord.

Cause e Conseguenze

Le cause di questa disuguaglianza sono molteplici. Le regioni del Sud hanno storicamente sofferto di una minore capacità di investimento nella sanità, con piani di rientro che spesso finiscono per penalizzare ulteriormente la qualità dei servizi. A peggiorare la situazione, le regioni meridionali hanno meno risorse da destinare a infrastrutture e personale, il che si traduce in un’offerta sanitaria pubblica e universale che fatica a garantire standard accettabili.

Le conseguenze di questa situazione sono gravi non solo per i pazienti costretti a viaggiare per ottenere cure adeguate, ma anche per il sistema sanitario nazionale, che si trova a dover gestire flussi migratori interni con notevoli ripercussioni economiche e organizzative.

Le Prospettive Future

La riforma Calderoli rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Con l’aumento dell’autonomia regionale, le regioni più ricche del Nord potrebbero migliorare ulteriormente i propri servizi sanitari, mentre quelle del Sud potrebbero rimanere indietro, senza i mezzi necessari per colmare il gap.

In sintesi, l’autonomia differenziata, se non gestita con criteri di equità e solidarietà nazionale, potrebbe ampliare il divario sanitario tra Nord e Sud. È necessario un intervento coordinato a livello centrale per garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro regione di residenza, abbiano accesso a servizi sanitari di qualità. La sfida è grande, ma è cruciale affrontarla per preservare l’unità e la coesione del nostro sistema sanitario nazionale.

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