di Tonino Scala
Perché infiltrarsi in Fratelli d’Italia e non in un altro partito politico? È la domanda che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivolto a un giornalista. La risposta è semplice: ci sono partiti politici che non hanno reciso il cordone ombelicale con il fascismo. Non si dichiarano antifascisti e giocano con quel periodo storico. Il fascismo non è un’opinione, ma un crimine. Un crimine che ha portato il nostro Paese meno di cento anni fa nel baratro, creando morte, mancanza di libertà e guerra. Solo grazie alla Resistenza, che quel partito non festeggia, siamo usciti da un fosso nel quale eravamo entrati. La risposta è semplice, oserei dire banale.
Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, porta con sé un’ambiguità storica che non può essere ignorata. Le radici di questo partito affondano in un passato controverso, legato a un’ideologia che ha causato immense sofferenze e distruzioni. L’assenza di una chiara e inequivocabile dichiarazione antifascista da parte di Fratelli d’Italia solleva preoccupazioni legittime sulla sua posizione rispetto a quel periodo oscuro della nostra storia.
Il fascismo, infatti, non può essere ridotto a una semplice opinione politica tra le tante. È stato un regime totalitario che ha soffocato la libertà, perseguitato dissidenti, e condotto l’Italia in una guerra devastante. Ricordare questo non è solo un dovere storico, ma un imperativo morale. La memoria della Resistenza, la lotta coraggiosa contro il fascismo, è un pilastro fondamentale della nostra democrazia.
La Resistenza ha rappresentato il risveglio della dignità e della libertà per un intero Paese. Uomini e donne di diverse estrazioni sociali e politiche si sono uniti contro un comune oppressore, sacrificando le loro vite per un futuro migliore. Questa eredità non può essere sminuita o dimenticata. Eppure, ci sono forze politiche che sembrano distanziarsi da questa celebrazione, quasi a voler riscrivere o relativizzare quegli eventi.
Fratelli d’Italia, con le sue radici nel Movimento Sociale Italiano, non ha mai completamente tagliato i ponti con quel passato. Sebbene oggi si presenti come un partito di destra conservatrice, l’ombra del fascismo persiste nelle sue fila. Non si tratta solo di nostalgie storiche, ma di simboli, retorica e ambiguità che possono influenzare il presente.
L’importanza dell’antifascismo non risiede solo nella commemorazione del passato, ma nella difesa dei valori democratici e dei diritti umani nel presente. Essere antifascisti significa rifiutare qualsiasi forma di autoritarismo, discriminazione e odio. Significa promuovere una società giusta, libera e inclusiva.
Quando un partito politico evita di dichiararsi antifascista, manda un segnale preoccupante. Suggerisce una mancanza di impegno nei confronti dei principi democratici fondamentali. L’infiltrazione in Fratelli d’Italia, quindi, non è una questione di curiosità giornalistica, ma una necessità per comprendere meglio le dinamiche interne di un partito che potrebbe influenzare il futuro politico dell’Italia.
In un momento in cui i movimenti populisti e nazionalisti stanno guadagnando terreno in tutta Europa, è cruciale rimanere vigili. La storia ci ha insegnato che il prezzo dell’indifferenza può essere altissimo. La resistenza contro l’ingiustizia e l’oppressione deve essere una lotta continua, non solo contro le manifestazioni più evidenti di fascismo, ma anche contro le sue insidiose recrudescenze.
In conclusione, la risposta alla domanda della Presidente Meloni è semplice, ma anche profondamente significativa. Infiltrarsi in Fratelli d’Italia significa fare luce su un’ambiguità che non possiamo permetterci di ignorare. Significa riaffermare l’importanza della Resistenza e dell’antifascismo come baluardi della nostra democrazia. Perché il fascismo non è una semplice opinione, ma un crimine che non deve mai essere dimenticato o relativizzato. E solo mantenendo viva la memoria di quella lotta possiamo garantire un futuro di libertà e giustizia per tutti.
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