di Stefano Prota
Stefano Prota è una guida ambientale escursionistica, è stato vicepresidente di AIGAE e vicepresidente nazionale di LAGAP.
Vogliamo sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e la pubblica opinione sulla tragedia economica che sta colpendo il nostro settore, quello turistico. Il settore, che rappresenta il 14 % del PIL ha visto un azzeramento nel primo trimestre e un gradiente di ripresa che nelle più ottimistiche proiezioni arriva al 30% del fatturato del 2019 su quello che resta dell’anno. Ad aggiungersi arrivano le dichiarazioni di Confcommercio e Confesercenti che danno come probabile la chiusura del 40% delle imprese del settore. Questi dati dai quali é escluso l’indotto, ci spingono a chiedere aiuto a chiunque sia nella posizione di rappresentare le nostre istanze.
3 cose da fare :
Azzeramento (non rinvio) fiscale per 2020 e 2021 e detraibilità totale dal 2020 in poi per le attività turistiche all’aria aperta. Queste contribuiranno alla salute personale, alla costruzione di una cittadinanza attiva e partecipe e ad una diminuzione dei costi sul sistema sanitario nazionale per malattie provocate da cattivo stile di vita.
Estensione del bonus vacanze ai servizi nel turismo e sua spendibilità come buono spesa e non con richiesta di rimborso da parte degli esercenti che allo stato attuale si troveranno a dover anticipare le differenze con un’ulteriore perdita di liquidità. Da quello che ci risulta pochi attiveranno la possibilità di accesso al bonus vacanze da parte della clientela proprio per la mancanza di liquidità a cui si faceva cenno.
Aumento del periodo di rimborso per il prestito garantito dallo stato fino a 25000 euro portandolo da 6 a 12 anni e istituzione di nuovi aiuti a fondo perduto per progetti afferenti ad Invitalia sulla linea precedentemente attuata con prestito d’onore e microimpresa .
Oltre a questo é assolutamente imprescindibile una stretta di giro sul malcostume dell’utilizzo delle ASD SSD e associazioni di promozione culturale nel settore turistico. Su questo ultimo punto vogliamo specificare che:
Noi guide ambientali professioniste siamo una categoria che per etica propria ha deciso di pagare le tasse senza per questo avere alcun tipo di tutela anche solo di mercato.
Noi guide ambientali chiediamo di capire se questa é una scelta corretta o invece dovremmo arrenderci ad usi e consuetudini e cestinare la partita iva per entrare nel magico mondo dello sport con assistenza di ogni genere, rappresentanza di federazioni , accesso perenne al credito sportivo del coni, fiscalità a dir poco agevolata (per così dire) e possibilità illimitate riguardo a spazi e strutture pubbliche in affido gratuito o quasi, progettazione “sociale”, contributi pubblici e tutto quanto di cui ogni cittadino partecipe é a conoscenza.
Prendere questa posizione netta non é cosa facile soprattutto alla vigilia di scadenze elettorali, sappiamo bene cosa si ottiene attraverso contributi ad enti ed associazioni di ogni genere e quanto questo sia slegato dall’interesse pubblico.
Sicuramente tutto ciò é legale e proprio per questo noi siamo ad una svolta epocale, finirla con codici deontologici, formazione continua, assicurazioni obbligatorie, e non ultime tasse ed imposte, e finalmente sollevarci da tutti questi problemi,chiudere le nostre partite IVA come professionisti e aprire sanissime, legalissime e benemerite associazioni no profit.
Ma attenzione a come si fanno i conti, perché quel 14 % del PIL serve a pagare quasi 1/3 degli stipendi pubblici e noi ed i nostri clienti, i nostri colleghi guide alpine, guide turistiche, accompagnatori, i nostri partner agenti di viaggio, tour operator, alberghi, ristoranti e tutto l’extra alberghiero che ogni anno favoriamo con la costruzione delle nostre proposte in natura sono sicuramente di più degli iscritti alle associazioni e sicuramente tutti in età di voto.
Stefano Prota
Guida ambientale escursionistica
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