CORONAVIRUS. DE CRISTOFARO: SCUOLA SI CONFERMA SPINA DORSALE PAESE

“Quella che stiamo vivendo una situazione che non ha precedenti, nemmeno in tempo di guerra. Poi non riguarda solo il nostro Paese, si parla di circa un miliardo e mezzo di ragazzi nel mondo che non stanno andando a scuola. E la scuola, nonostante le difficoltà, reagisce dimostrando ancora una volta di essere una grande infrastruttura civile, spina dorsale del Paese”. Così Peppe De Cristofaro, Sottosegretario all’Istruzione, nella videointervista all’agenzia Dire. “Inoltre- ha aggiunto- stiamo portando avanti la didattica digitale, che non potrà mai sostituire la scuola fisica che è soprattutto socialità, contatto, cose irrinunciabili alle quali speriamo di poter tornare quanto prima. La didattica digitale tuttavia consente di poter andare avanti, e di non interrompere il percorso formativo”.

“Dal momento quindi che il nostro compito è quello di garantire il diritto allo studio a tutti, stiamo lavorando in queste ore per risolvere i problemi per quegli studenti che in alcune zone del nostro paese, stanno riscontrando delle difficoltà”, ha proseguito De Cristofaro.

Per il sottosegretario, però, “la didattica a distanza e la didattica digitale, sono due cose diverse. Per come la concepisco io la didattica digitale va fatta in classe, per questo abbiamo oggi l’opportunità di immaginarla anche per il futuro. Mi piacerebbe molto, una volta finita l’emergenza sanitaria, che in classe vengano utilizzate le tecnologie più innovative. Tuttavia, non deve passare il messaggio che la didattica digitale possa essere sostitutiva di quella normale”.

“Le critiche dei sindacati sulla didattica a distanza? Hanno ragione- ha detto ancora- nel chiedere di essere informati, e di concordare con loro le misure da mettere in atto. Perchè è bene in una situazione eccezionale come questa, condividere il più possibile ogni passaggio e ogni scelta”.

Ora, ha continuato, “è prioritario fare due cose: dare a tutti gli studenti gli strumenti necessari per portare avanti la didattica a distanza, e capire come recuperare quel senso di socialità che dopo l’emergenza potrebbe essersi un po’ perso. Ma soprattutto, spero che i nostri docenti, ai quali va il mio più grande ringraziamento, non si stiano limitando a mandare i compiti ma stiano cercando di far ‘vivere’ davvero questa situazione, che sta vivendo il nostro Paese, anche attraverso la discussione. Questo è un modo per eludere la paura e per tenersi, virtualmente, per mano”.

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