Le rivelazioni che stanno emergendo attraverso la stampa sull’inchiesta sull’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli e che si aggiungono a quanto già era stato riportato dalle cronache e rappresentano un quadro inquietante del degrado della sanità campana oltre che della legalità. Apprendere che un ospedale pubblico fosse sotto il controllo della camorra, nello specifico del clan Contini, non solo dovrebbe destare allarme ma una vera rivolta delle coscienze. Un controllo totale che faceva sì che anche alcuni medici si rivolgessero ai camorristi per averne dei favori. Aggiungiamoci che gli amici del clan saltavano le liste d’attesa e a loro il ticket veniva ridotto. Il parcheggio, il servizio di vigilanza, ogni servizio attinente all’ospedale ricadeva nella sfera di potere del clan. Come rivelano le inchieste della Dda di Napoli tra il 2014 e il 2019 conferma o il ‘controllo’ criminale arrivava al controllo nella gestione dei posti letto, della ristorazione all’interno della struttura, dei lavori di ristrutturazione. Perfino la camera mortuaria dell’ospedale, era diventata un luogo sicuro di incontro per i boss. Le notizie di stampa secondo cui la relazione del questore dell’epoca, Santi Giuffre’, si evidenziava la situazione critica sotto il profilo della legalità per il Don Bosco e per altri nosocomi napoletani sono gravissime. Secondo alcuni organi di stampa sembrerebbe che sia “tenuto dal governo dentro un cassetto da mesi”. Si tratta di un aspetto su cui va fatta assoluta chiarezza.
Chiediamo che che tutti i parlamentari campani e in particolare napoletani si attivino per chiedere chiarezza e un rapido intervento del ministero degli interni a tutela della legalità e del diritto alla salute che è uguale per tutti i cittadini e non può essere appaltato ai clan camorristici.
Coordinamento Regionale Sinistra Italiana
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