Dall’educazione sessuale ed affettiva alla fertilità. Quali sono le vere priorità del Governo Meloni contro la violenza di genere

di Gabriella Notorio

Che vergogna questo governo!

Si capiva che la prevenzione della violenza contro le donne fosse una questione di scarso interesse per il governo della Meloni. Così come è chiara da sempre l’avversione al tema “gender”.

I fondi di circa mezzo milione di euro, previsti dalla Legge sul Bilancio per l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole secondarie, saranno destinati alla prevenzione dell’infertilità.

Una vera beffa!

Temi importanti per le nuove generazioni come la salute sessuale e riproduttiva, la prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili o il consenso nelle relazioni vengono liquidati senza mezze misure.

Ed è un paradosso che ad occuparsi di fertilità e prevenzione dell’infertilità, tra i tanti compiti onerosi, dovranno essere gli insegnanti, dopo un periodo di formazione.

Un cambio di direzione incredibile ed anche sconcertante. Un regredire senza paragoni.

Più che educare al rispetto dell’altro e al rispetto delle differenze il governo Meloni si preoccupa di istruire i giovani sul come essere fertili. “Fare figli” è da sempre tra le priorità di questo governo. Come tutelarli e proteggerli un po’ meno.

L’educazione sessuale nelle scuole viene, dunque, banalmente ridotta a questioni biologiche. Senza considerare che per un ragazzo comprendere la questione del consenso nei rapporti intimi sarebbe sicuramente un tema di maggiore interesse e consapevolezza rispetto alla capacità di procreazione.

Eppure gli stupri e le violenze sessuali sono molto frequenti tra i giovani e l’età degli offensori si è notevolmente abbassata fino alla preadolescenza.

Ma anche questo fenomeno sembra non esistere per il governo Meloni.

Trascurare l’educazione affettiva e non ritenerla necessaria nelle scuole vuol dire anche non intervenire sui modelli culturali e sociali, sessisti e patriarcali, alla base della violenza contro le donne, delle discriminazioni e dei pregiudizi. Modelli che andrebbero decostruiti e ricostruiti con occhi diversi. Il governo della Meloni continua ancora ad ignorare i dettami della Convenienza di Istanbul che riconosce, invece, l’educazione affettiva e sessuale i cardini della prevenzione dalle violenze di genere. Una Convenzione ratificata dal nostro Paese con la legge n. 77/2013. Anche questa ignorata

La Meloni, pertanto, dimentica le donne ed anche le coppie gay.

Non una parola sulle violenze omotransofobiche, neppure rispetto alle ultime aggressioni avvenute; non una parola sulla violenza contro le donne. Il 2025 è iniziato e già si conta il primo femminicidio, il primo di una lunga serie, come conferma il terribile trend.

Il vento dell’odio e dell’intolleranza soffia nell’indifferenza di un governo che si preoccupa solo di sicurezza nazionale e militare?

Ma quale sicurezza hanno le donne, i giovani e le coppie gay nel nostro Paese?

Scandalosa la scarsa, se non scarsissima, conoscenza di questo governo, che proprio si rifiuta di comprendere la necessità di promuovere il rispetto, la sana affettività l’autodeterminazione, la consapevolezza del proprio corpo. Il rispetto del corpo dell’altro. Il rispetto degli altri in generale.

Cosa possiamo aspettarci dunque da un governo che non vuole superare le logiche arcaiche delle società patriarcali e sessiste?

Ad esultare certamente sarà la onlus Pro-Vita & Famiglia, ormai di riferimento per il Governo Meloni.

Le varie associazioni, ma anche la rete dei centri antiviolenza restano sconcertati e senza parole. Costantemente ignorati. Se il problema degli adolescenti si ferma alla prevenzione dell’infertilità, come fosse facile controllarla, vuol dire che non ci si è mai interrogati concretamente neppure sulla questione giovanile in Italia.

Alla Meloni e al suo governo poco importa se i nostri giovani vogliano studiare, coltivare hobby, lavorare ed autodeterminarsi. Alla Meloni interessa che facciano figli nella preconfezionata famiglia tradizionale.

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