di *Raffaele Aurisicchio
Le immagini del corteo funebre a Saviano per la morte del sindaco Sommese non si possono accettare. Da più parti si è tentato di giustificare affermando che si sia trattato di una sincera manifestazione di affetto nei confronti di un concittadino illustre e benefattore della comunità.
Quelle scene andrebbero stigmatizzate anche se ci trovassimo in tempi “normali”, fuori dalle restrizioni dell’emergenza coronavirus. I palloncini tricolori, la scorta della forza pubblica, la fascia tricolore che dal vicesindaco passa sulle spalle della moglie del defunto sono la manifestazione di un potere che, aldilà degli aspetti più propriamente formali, appartiene alla famiglia e come tale deve essere riconosciuto. Quanto è accaduto propone una forte similitudine con quel che qualche giorno fa si è verificato a Messina con il funerale ( semplice trasporto di cadavere si è giustificato il sindaco! ) del fratello di un boss locale e richiamano alla mente certe manifestazioni “esagerate” dei Casamonica. Potremmo sorridere e passare oltre.
Non possiamo, però, perchè gli avvenimenti di Saviano vanno raffrontati alle immagini struggenti dei camion militari che in corteo lasciano Bergamo per trasportare i cadaveri dei morti non si sa dove. Nel mentre a Saviano un folto assembramento ( prima ancora era accaduto davanti all’ospedale di Nola e poi a Baiano con la presenza di diversi sindaci ) rendeva omaggio al sindaco defunto e alla sua famiglia, tanti sono deceduti in solitudine e alle famiglie non è stato consentito di rendere l’estremo saluto ai propri cari. Da una parte la violazione di tutte le norme del distanziamento sociale, con tanto di scorta delle forze dell’ordine e dei vigili urbani, dall’altra l’atteggiamento composto e dignitoso di tante famiglie che ancora oggi, dopo giorni, non hanno ancora ricevuto l’urna con le ceneri dei familiari scomparsi.
Perché allora due pesi e due misure? Forse perché a Saviano e a Messina erano morte due persone più uguali degli altri. In entrambi i casi non fanno bella figura le autorità, le stesse che quotidianamente controllano che siano rispettate le norme delle restrizioni imposte per arginare la pandemia. E non ci fanno bella figura i De Luca, Cateno sindaco di Messina e Vincenzo presidente della Campania, sempre pronti ad indossare gli abiti degli sceriffi quando si tratta di normali cittadini e, invece, a voltare lo sguardo da un’altra parte quando si ha a che fare con i detentori di atavici poteri.
Ecco, di fronte alle immagini di Saviano mi è venuta immediata la domanda: e il lanciafiamme? Poi ho pensato che evidentemente doveva essersi inceppato! Concluso il funerale subito è tornato in efficienza anche il lanciafiamme, ed è stata subito varata l’ennesima “zona rossa” anche a Saviano. Alla fine ad essere punita e ad essere assoggettata a restrizioni più stringenti è l’intera comunità mentre non subiscono conseguenze coloro che hanno violato le norme e coloro che, in quanto pubblici ufficiali, avrebbero dovuto farle rispettare.
*Raffaele Aurisicchio, ex parlamentare di Sinistra Italiana
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