di Luigi Bartalini
È un punto di non ritorno, deve esserlo, ne abbiamo bisogno.
In senso più ampio ne ha necessità il Mondo, l’umanità, ma per fare in modo che non resti sempre tutto utopìa mi limito a noi, e neanche a l’Italia intera, no, a noi cittadini del Sud.
Sulle pagine dei social impazzano le polemiche, le offese, gli attacchi che contrappongono due parti del Paese, Nord e Sud, che mai, dall’Unità d’Italia, si sono amalgamate “unite” creando un solo popolo. Il Nord con quell’aria di superiorità civile e schifata, disposta semmai con sussiego a mal tollerare e a dirci “però pensavo foste peggio”, il Sud abituato da sempre a essere depredato e a subìre, arrangiarsi, perché in fondo ha le potenzialità per uscire da ogni situazione difficile, ma a che prezzo?
Non serve scrivere ancora del ladrocinio, pervicace, sistematico perpetrato dai piemontesi Savoia e dalle Imprese del Nord ai danni del Mezzogiorno d’Italia, la Cassa del Mezzogiorno ne è stato un fulgido esempio, bisogna pensare a ciò che ancora accade oggi, e mai come in questo momento ci vede spettatori storditi e pronti a subirne ogni giorno altre in nome di un fatalismo che è andato oltre l’intollerabile.
L’emergenza Coronavirus (Covid-19) arriva non inatteso; è indubbio che la reazione del Governo è stata tardiva e tuttora stenta, perché in fondo quelli che sono stati mandati a governare, di qualsiasi colore politico, in nome di vere o presunte “rottamazioni”, sono giovani che da poco hanno iniziato a farsi la barba, figli di una società opulenta e dalle grandi disponibilità, che una emergenza non sanno neanche cos’è, che il più grande problema che nella vita hanno affrontato, molti di loro, è la mancanza di campo per il proprio ultimo modello di I-Phone, non dimentichiamolo, non ci facciamo prendere, in giro, non dobbiamo andare a votare il meno peggio, dobbiamo pretendere chi è meglio di noi. Io di “uno di noi” non so che cavolo farmene. Ma il Governo non è l’unico ad avere delle responsabilità, anzi, sta cercando di fare il possibile per fronteggiare un’incognita con la situazione delle strutture sanitarie che abbiamo, che, anche in questo caso, mostra un divario importante tra le due parti del Paese e che, dovesse esplodere in tutta la sua drammaticità al Sud rischierebbe di fare numeri ben più alti del Nord. Questo non per incapacità delle nostre Regioni meridionali, o per un popolo che, poco propenso al lavoro come da più parti si dice e si pensa, non saprebbe reagire con la dignità e la compostezza delle popolazioni settentrionali, ma perché manca proprio l’indispensabile, fossero anche solo le mascherine per medici e infermieri. Apprendiamo che dopo un mese esatto dal paziente zero finalmente arrivano le mascherine per i medici…ma davvero pensate sia un successo?
Questo divario, ormai dato per scontato da politici e ahimè dagli abitanti del Sud, non è più tollerabile, non deve proseguire, e quanto accade dovrà darci la forza per reagire e cambiare le cose.
Noi abbiamo l’obbligo di non dimenticare!
Dobbiamo ricordare le frasi di ogni singolo politico, giornalista, opinionista, di chiunque abbia espresso un parere in merito, per ricordarci chi merita di essere ascoltato e chi rappresenta il nulla, di chi occupa ruoli o spazio che non merita di occupare.
Dobbiamo ricordare la marea di giovani che dal Nord sono rientrati frettolosi al Sud, con il rischio che quest’azione ha comportato certo, ma molto di più dobbiamo tenerlo a mente perché quelle ragazze e quei ragazzi, poco più che maggiorenni, sono al Nord per studiare o lavorare, perché l’insegnamento universitario a Milano è ritenuto di maggior qualità e soprattutto perché offre opportunità future che al Sud non si intravedono, e perché al Nord la quasi totalità delle Imprese applicano contratti di lavoro che al Sud sono disattesi, e di questo bisognerà parlarne, e su questo bisognerà agire, perché non è più accettabile che uno stesso Paese adotti stesse Leggi e diversa applicazione.
Dobbiamo ricordarci di quegli imprenditori che hanno dimostrato di essere solo prenditori, sfruttando il momento e rincarando i prezzi di prodotti, come l’amuchina, il Lysoform, l’alcool, le mascherine, per lucrarci, per guadagnare pochi euro sulla paura della massa, non li dobbiamo dimenticare, no.
Non dimentichiamo, associazioni, federazioni, conventicole, appartenenze, semplici aggregati in nome di pseudo-interessi, l’interesse del capitale, lo sviluppo, non dimentichiamo a cosa portano, alla negazione della realtà, all’inciucio, all’incertezza, a condizionare la vita e la salute di un Paese.
Noi del Sud non dimentichiamo che il senso della parola cittadini comporta diritti e doveri, e uno di questi ultimi è quello verso noi stessi e le generazioni che verranno; non più gregari, domani più che mai dovremo ricordarci da dove veniamo e quanto i nostri talenti e le nostre maestranze hanno fatto e contribuiscono alla crescita di questo Paese, e quanto di nostro c’è nel progresso del Nord. Noi questo non possiamo più permetterlo, l’azione di chi rappresenterà il popolo elettore dovrà essere rappresentativa, i politici designati al Governo centrale dovranno con chiarezza declinare nel loro programma cosa faranno per il Sud, cosa si farà per ridurre questo gap, un divario intollerabile e soprattutto ingiustificabile.
Dobbiamo ricordare le sciocchezze che ha sparato Salvini, che prima “apriamo tutto” e dopo “chiudiamo tutto”, un inutile pieno solo di aria. La lega Nord con noi non ci azzecca niente e quei politici del Sud schierati con loro non ce li dobbiamo dimenticare, inseguono solo il proprio interesse e con noi non ci azzeccano proprio niente.
Non dimentichiamo quello che stanno facendo i lavoratori della sanità, medici, infermieri, protezione civile, il personale di supporto, le forze dell’ordine, i farmacisti, e quel numero incredibile di lavoratori che nei supermercati ci consentono, con il loro lavoro, di avere di che sfamarci. Dopo andrà rivalutato tutto e questo dovrà tornare a essere un Paese che investe su sanità, istruzione, sicurezza, lavoro.
Passerà, perché prima o poi passerà, allora dovremo acquisire una nuova consapevolezza, dovremo davvero chiedere che il nostro Sud si affranchi dalla penuria di risorse, di strutture, di possibilità, dovremo ricercare la vera unità, libera da sperequazioni e interessi di bottega, e imparare a pretendere, non più a chinare sempre il capo in nome delle briciole e benedetti dal fatalismo.
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