Il governo Meloni cancella il fondo contro la povertà educativa

di Gabriella Notorio

Sconvolgente ed allucinante il risveglio dei primi giorni di questo nuovo anno per i minori a rischio e per gli orfani speciali del Centro-Sud Italia, a cui il Governo Meloni ha deciso, con la manovra finanziaria, di non rifinanziare il fondo di contrasto alla povertà educativa.

A rendere nota questa situazione è Fedele Salvatore, il responsabile del progetto Respiro – Rete di Sostegno per Percorsi di Inclusione e Resilienza con gli Orfani speciali – e presidente della cooperativa sociale Irene ’95, il quale oggi risponde inviando una lettera al “presidente” del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone per comprendere meglio la situazione.

Giorgia Meloni ha decisamente ignorato i minori e gli orfani speciali, ignorando anche chi da anni si occupa di sostenerli con attività e progetti di contrasto alla povertà educativa.

Speciali sono quegli orfani, perché non esiste altro modo di chiarire il loro dramma, che hanno perso la madre uccisa dal padre. Orfani due volte, dunque.

Il progetto Respiro, nato otto anni fa, ha permesso la realizzazione di interventi precisi di contrasto al disagio minorile, rivolti e destinati al supporto di ragazzi e ragazze, bambini e bambine in condizioni di fragilità e vulnerabilità sociale ed economica. Nel Progetto sono stati realizzati dei percorsi di emancipazione con il lavoro in rete di centri e cooperative, che rappresentano la comunità educante, a livello locale. Nel progetto Respiro anche in altre aree sono stati impegnati, nel corso degli anni, operatori dei servizi socio-sanitari, operatrici dei centri e cooperative, Centri Antiviolenza, professionisti vari, forze dell’ordine, operatori del Tribunale Ordinario e del Tribunale per i Minorenni, avvocati, insegnanti, volontari delle associazioni, servizio U.E.P.A..

Le attività messe in campo hanno previsto persino dei progetti educativi molto interessanti di prevenzione primaria con laboratori per bambini dai 3 agli 11 anni. Percorsi educativi poi rivolti ad alunni delle scuole secondarie di I e II grado per ragazzi e ragazzi di 11-18 anni.

Agli Orfani Speciali e ai minori a rischio poi il progetto Respiro ha consentito una reale boccata di ossigeno. Non a caso il nome. Attraverso un contributo economico, stanziato dal fondo, i tutori e i soggetti affidatari sono riusciti ad effettuare spese, non più a loro carico, per attività sportive, extrascolastiche, spese per bisogni primari e personali, cure mediche o psicologiche, in maniera continuativa e sicura.

È doveroso ricordare che quasi sempre gli orfani speciali sono affidati a nonni o familiari, comunque anziani, non sempre con possibilità economiche floride che vivono già l’ansia del futuro e di cosa accadrà quando non ci saranno più.

Analogo discorso per minori a rischio, provenienti da famiglie già deprivate economicamente e multi-problematiche.

Il tema dei diritti e della giustizia sociale non interessa minimamente al governo Meloni che, invece preferisce destinare fondi al finanziamento delle armi belliche, ma che è decisamente contrario alle politiche educative e sociali. E lo sta dimostrando.

Che fine faranno molti dei progetti già avviati ed in corso d’opera? Sarà possibile in futuro avere progetti importanti in grado di potenziare l’educazione anche con attivita extrascolastiche? Che fine faranno questi ragazzi e i bambini? Quale sarà il futuro degli orfani speciali e dei minori a rischio?.

Lo diciamo da sempre. Il governo Meloni ha ormai legittimato la sua guerra contro le donne e i bambini. E non si tratta di assistenzialismo, ma di diritti, che oggi vengono negati a chi si trova in uno stato di fragilità.

Sottrarre fondi all’educazione e alla cultura apre un terribile scenario, il rischio di emarginazione sociale e la non equità dei diritti. Fenomeni questi che al Sud si acuiscono di più e penalizzano drasticamente i bambini che vivono nelle aree più a rischio, sempre meno tutelati con continui attacchi da parte del Governo alla cultura e al diritto all’istruzione.

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