
Il lavoro in Costiera
Nelle zone turistiche il lavoro nelle strutture dell’accoglienza, cioè alberghi, agriturismi, ristoranti, pizzerie, bar, stabilimenti balneari e quant’altro assimilabile a questa categoria è di solito stagionale, per cui si lavora solo per pochi mesi all’anno, magari anche sei – otto mesi, e poi si sta a riposo per il restante tempo. Proprio la stagionalità rende il lavoro vulnerabile.
In costiera sorrentina e amalfitana la situazione è simile, infatti da Capodanno a Pasqua a Sorrento, a Positano, ad Amalfi e negli altri centri delle due costiere le strutture dell’accoglienza sono tutte chiuse. In moltissimi casi i lavoratori sono qualificati, conoscono spesso due o più lingue straniere e hanno frequentato le locali scuole alberghiere, pertanto conoscono già il lavoro da svolgere e talvolta lo svolgono anche ad alto livello.
A fine estate scorsa per la prima volta un’operazione di Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza fatta a Marina di Vico Equense e a Marina di Seiano trovò lavoratori senza contratto, altri sottopagati, altri che lavoravano 12-15 ore al giorno per 1.500 euro al mese ed extracomunitari che venivano nascosti. In quel contesto furono elevate sanzioni per 50.000 euro. Queste condizioni dii lavoro si verificano già da decenni e per di più questo è un fenomeno generalizzato nelle due costiere.
C’è da analizzare due aspetti di questo fenomeno. Il primo è che spesso oltre a lavorare senza tutele, si lavorano molte ore per salari che a stento arrivano a coprire il salario minimo. Lo diciamo chiaramente, non si lavorano tutte quelle ore, perché si mettono a rischio la salute e l’incolumità del lavoratore e in seconda battuta non sarebbe giustificabile un salario minimo per una normale giornata lavorativa di otto ore in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di lavoratori qualificati che conoscono prima di tutto le lingue,
Il secondo aspetto di questo fenomeno è che queste condizioni di sfruttamento passano sotto silenzio. Questo perché da un lato c’è una totale assenza di controlli sul lavoro da parte degli ispettorati, assenza di indagini da parte delle forze di polizia e della magistratura, assenza di interessamento di tutte le forze politiche, che si compiacciono di “vivere in un posto meraviglioso” e per questo incentivano la promozione turistica, e dall’altra l’accettazione silente di queste condizioni di lavoro, pur di guadagnare qualcosa in più per vivere un po’ meglio. I lavoratori dal canto loro, pur rendendosi perfettamente conto delle loro condizioni, non trovando nessuno che tratti questo fenomeno, diventano più titubanti.
Quelli regolarmente contrattualizzati, invece, lamentano che i prezzi dei prodotti salgono mentre i loro salari rimangono al palo, proprio come i dipendenti pubblici e come certificato anche dall’OCSE che negli ultimi anni ha quantificato una significativa perdita di quasi il 9% del potere d’acquisto, cioè la capacità di comprare beni con un determinato quantitativo di denaro.
E da ultimo, a questi giovani che frequentano le scuole, gli istituti alberghieri, prima gli si parla della legalità e poi trovano queste situazioni quando si confrontano con il mondo del lavoro.
Noi di Sinistra Italiana Vico Equense – AVS riteniamo opportuno per lo meno cominciare a parlarne, per far sì che si squarci il velo di omertà attorno a questo fenomeno e per fare in modo che i lavoratori comincino a prendere piena coscienza di queste condizioni di sfruttamento.
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