Di Tonino Scala
In Campania non esiste il pericolo della destra. In Campania la destra è stata fagocitata da De Luca e dalle sue liste che contengono varia umanità interessata solo a salire sul carro del probabile vincitore. Una destra portatrice di interessi al punto, fatto storico in Italia, da far aprire la campagna elettorale a Caldoro parlando di questione morale. Dovrei da cittadino ringraziare De Luca che grazie alla sua Arca di Noe’ fatta di cosentiniani, leghisti, missini, e mezza Forza Italia, è riuscito a far capire alla destra campana che in politica esiste una questione morale. In quell’armata Brancaleone manca solo Cesaro, ma i suoi attendenti, tipo Beneduce, Coppola, sono già lì. Ma siamo ottimisti. Mancano ancora una decina di giorni per la presentazione delle liste e tutto è ancora possibile. Il Sud ancora una volta si presenta come trionfo tra il peggiore dei luoghi comuni, il “vado dove si vince”. Con questa grande coalizione di destra che contrasta la destra a suon di incarichi di governo è naufragato il progetto Zingaretti. Non si tratta di una vicenda solo locale, la Campania è uno “Stato” di quasi 6 milioni di abitanti, è la Regione più grande del Mezzogiorno, e De Luca è il modello, a dire dello stesso Pd, da imitare. Il comico di Arechi si candita in modo spregiudicato a costruire un nuovo modello da esportare, il modello italiano.
Insomma il Pd è un partito contendibile, e quella a cui assistiamo è la scalata al Pd di un cacicco di periferia. Credo che le sinistre, gli uomini e le donne di buon senso debbano contrastare questo progetto. 5 anni di non governo hanno complicato il quadro in una Regione già segnata dal malgoverno di anni. Oggi più che mai vi è la necessità di provare a ricostruire un sentire comune che non può essere il vincere per vincere. La Campania, la sinistra in Italia è in Europa deve lavorare ed aspirare ad altro. Non ad carrozzone senza programma che va da De Mita a Mastella, passando per Pomicino ai missinileghisti forza italiani, in nome di un buon governo che non c’è, di una occupazione sistematica delle istituzioni del sotto governo e del governo. In questo modello non c’è solo la torsione personalistica e la corsa al potere degli scorsi anni, ma una commistione e una occupazione non tanto dei partiti ma di sudditi obbedienti al Principe di Arechi, della Regione e delle istituzioni. Si va oltre la questione morale di berlingueriana memoria. È questa la prospettiva per la seconda regione d’Italia? Questo il modello che propone il Pd con i suoi silenzi? Bene, io resto legato alle parole di De Luca con le quali si presentò dieci anni fa. Sì, perché questa regione è bloccata da 15 anni, è il terzo scontro tra De Luca e Caldoro. De Luca si presentava con queste parole che oggi come allora condivido: “Si sono presentati con uno schieramento che fa paura, loro. Quelli che volevano rinnovare l’universo hanno avuto lo stomaco di presentarsi tutti insieme con De Mita, Mastella, Cirino Pomicino, Giulio Di Donato, Nicola Cosentino. Questi sarebbero i rinnovatori”. Appunto questi sarebbero quelli del buon governo della Campania ?
No comment. Non c’è nulla da aggiungere. L’articolo è lo specchio preciso della realtà
Le persone, cambiano. Si può meditare sugli insuccessi e caricarsi da successi. La critica è giusto esercitarla perché è uno dei vantaggi della democrazia. Il confronto e la condivisione fanno anche esse parte dei vantaggi di collettività democratica. La Campania è una collettivita numerosa e complessa quindi è irrisorio usare il bilancino per distinguersi dagli altri. Esistono due aree politiche da sempre, prima erano rappresentate dalla Democrazia Cristiana una e dal Partito Comunista Italiano l altra. Ora c’è il Centrodx e il Centrosx… Contornati da pensieri minoritari dall una e dall atra parte. Questo sistema elettorale opinabilissimo è quello col quale cobfrontarci. Esso per sua natura tende ad un dualismo politico delle aree che fagociteranno la maggior parte del consenso. L ascia finale del minimo tetto percentuale per chi come #Terra si presenta da sola sarà fatale. Non avranno alcuna rappresentanza (almeno la loro recente storia insegna) con buona pace delle loro idee. Mi domando che vantaggio per i campani. L alternativa invece percorribile trovare un intesa minima con De Luca e lavorare poi ad un consenso cospicuo per la lista.