Referendum abrogazione legge regionale acqua. Padre Alex ha ragione

Ottima idea quella di Padre Alex Zanotelli di promuovere un referendum per abolire la legge regionale che privatizza l’acqua.

A nove anni dalla vittoria referendaria che ha costituito un modello per altri Paesi del mondo, siamo molto preoccupati per il destino dell’acqua. La legge di iniziativa popolare per ripubblicizzare la gestione dell’acqua su tutto il territorio nazionale, è stata abbandonata. Durante il Governo Gentiloni è stata deturpata e trasformata dal PD in una legge per privatizzare e adesso non se ne parla più. Non abbiamo alcuna garanzia. I movimenti e i cittadini non abbandonano questa causa perché è una causa di vitale importanza. Se si mercifica l’acqua che è essenziale per la vita significa che tutto è disumanizzato, che tutto ha un prezzo, organi umani come reni per fare un esempio, bambini da adottare, è che l’unica cosa che conta veramente è il profitto. La democrazia e i diritti passano in secondo piano. Solo i soldi possono decidere sulle nostre vite, decidere anche se dobbiamo vivere o morire, dipende da cosa è più conveniente dal punto di vista economico. Si sacrificano i valori umani all’altare del capitalismo. Privatizzare l’acqua è una violenza contro 27 milioni di cittadini che hanno votato per la gestione pubblica. E’ la morte della democrazia.
Qui in Campania la legge regionale 15 del 2015 è stata approvata dalla giunta di De Luca non di certo per ripubblicizzare la gestione dell’acqua e gli ultimi avvenimenti non vanno in direzione della ripubblicizzazione. Abbiamo visto un De Luca entusiasta per la futura privatizzazione della diga di Campolattaro. In Irpinia un rapace on. Del Basso De Caro (PD) ha lottato con tutte le sue forze per far entrare GESESA di Benevento ( una società che contiene la multinazionale francese Suez ed altri) in società in Alto Calore SpA. che è una società pubblica, così privatizzandola. Fortunatamente è stato fermato da movimenti e cittadini che difendono l’acqua pubblica ed anche da suoi colleghi di partito che avevano interessi contrastanti con i suoi, ma che non sono poi così favorevoli alla gestione pubblica in quanto sono contrari alla creazione di una azienda speciale di diritto pubblico che è l’unica forma di gestione che garantisce che il privato non ci sia.
ACS appunto dovrebbe diventare un’azienda speciale pubblica e naturalmente cambiare gestione per liberarsi dai vari faccendieri che hanno gestito molto male l’azienda, probabilmente perché un’azienda piena di debiti è facile da svendere ai privati. Adesso in campagna elettorale in ACS ci sono state delle assunzioni che alcuni dicono che siano di tipo clientelare.
Del resto tutto quello che è avvenuto dai primi anni 2000 era una preparazione alla privatizzazione. Tanti consorzi pubblici costituiti da enti pubblici sono stati trasformati in SpA per poi procedere alla privatizzazione. La legge regionale 15 del 2015 accorpa vari distretti per rendere più facile l’affidamento in blocco alle multinazionali. Questa legge limita fortemente il potere decisionale dei sindaci e delle comunità locali, e rinnega il referendum votato da 2 milioni e 400 mila cittadini campani, volto alla gestione interamente pubblica e partecipata in tutti i Comuni. Questa legge ha istituito l’EIC, Ente Idrico Campano, quale ente di governo del servizio idrico integrato. È l’EIC con solo venti sindaci a decidere sulla gestione dell’acqua in Campania. Tutti gli altri sindaci che rappresentano i cittadini sono stati esclusi dalle decisioni: una grossa ferita per la democrazia. Solo l’Ente idrico regionale adotta il Piano d’ambito, individua il soggetto gestore e provvede all’affidamento del servizio. Questa legge inoltre penalizza il Comune di Napoli e la sua esperienza di ripubblicizzazione dell’acqua, perché il riferimento alla rappresentanza demografica nell’EIC mette in minoranza il Comune di Napoli. Napoli, con il suo milione di abitanti, ha meno rappresentanti dell’insieme dei comuni della Città metropolitana. È in pericolo il progetto di gestione interamente pubblica attuato mediante la trasformazione della vecchia Arin nell’Abc. Questa legge obbedisce a un disegno delle multinazionali, che è quello di creare una grande multiutility di tutto il centro sud che gestisce, acqua, energia, rifiuti.
Nel 2018 l’EIC ha sottoscritto un accordo fra la Regione Campania e Gori SpA con il quale la Regione Campania ha concesso a Gori una rateizzazione del debito di 100 milioni per salvare il carrozzone privato inefficiente e clientelare. E non dimentichiamoci che la Gori a causa dei suoi debiti impone agli utenti delle bollette altissime.
In questo scenario di immobilità, un immobilità propedeutica alla privatizzazione, Padre Alex Zanotelli fa un appello a tutti i Comuni Campani e chiede di promuovere un referendum per abolire la legge regionale 15 del 2015 e sopprimere così l’EIC, per restituire democraticamente la parola ai comuni espulsi dalle decisioni. Di fronte alla mancanza totale di democrazia dovuta alla cancellazione della volontà espressa dai cittadini nel 2011 sarebbe opportuno chiamare in causa i cittadini stessi e ridargli voce.
Padre Alex Zanotelli chiede al popolo campano , allo stesso tempo chiede alle chiese e alle comunità cristiane di mobilitarsi , anche in pieno agosto. Questo perché l’uomo torni a dominare e non siano i soldi a governare. Padre Alex prosegue: “Quello che comanda oggi, non è l’uomo : è il denaro, i soldi comandano come ha detto recentemente Papa Francesco – E Dio, nostro Padre, ha dato il compito di custodire la Terra non ai soldi, ma a noi, uomini e donne. Noi abbiamo questo compito. Invece uomini e donne vengono sacrificate agli idoli del profitto.” Credenti e non creedenti ascoltate l’appello di Padre Alex.

Giuseppina Buscaino Referente Provinciale del Coordinamento Campano Acqua Pubblica

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